Aspettando The Irishman, parte 2 – Cast, personaggi e troupe

Parte 1 – Vicende produttive: https://joepicchiblog.wordpress.com/2019/07/21/aspettando-the-irishman-parte-1-vicende-produttive/

Ellen Lewis

The Irishman attira le attenzioni dei mass media già solo per essere il 25° film di Martin Scorsese, ma è sicuramente il cast di circa 380 membri a rappresentare il pezzo forte del progetto grazie all’effetto “riunione di famiglia” e ai vari ritorni, principalmente da Boardwalk Empire, in parte da Vinyl (entrambe serie prodotte da Scorsese per il canale HBO), organizzati da Ellen Lewis, che collabora con lui fin dai tempi del collettivo New York Stories (1989). Di seguito l’elenco dei 40 interpreti principali e dei corrispondenti personaggi.

NB. Le descrizioni delle figure storiche citate sono state scritte tenendo conto di chi non ha letto il libro o comunque non conosce in maniera dettagliata le vicende, per cui, pur trattandosi di storia nota, NON contengono alcuno spoiler importante sul saggio o sulla possibile trama del film.

Robert De Niro, il più avveduto e accorto a intravedere un potenziale nello scritto di Charles Brandt, interpreta il protagonista Frank Sheeran, l’irlandese appunto, un duro e rozzo veterano della seconda guerra mondiale divenuto in seguito camionista e sindacalista mediante l’amicizia con importanti esponenti della mafia per i quali svolgeva il ruolo di sicario e pulitore di scene del crimine, talmente provato dal diabete e dal pentimento cattolico negli ultimi anni della sua vita al punto da confessare, quasi in punto di morte, almeno 20 omicidi a tre preti e a Charles Brandt, al quale fece altre rivelazioni scottanti che costituiscono il soggetto del film. The Irishman sancisce, dopo tanto tempo, una nuova collaborazione tra De Niro e Scorsese, la nona, ad essere precisi; l’ultima era stata nel 1995 con Casinò, anche se i due si erano ritrovati come doppiatori in Shark Tale (2004) e nel cortometraggio pubblicitario The Audition (2015).

Al Pacino interpreta il co-protagonista Jimmy Hoffa, dal 1957 al 1971 Presidente dell’International Brotherhood of Teamsters, il sindacato americano degli autotrasportatori: in quegli anni difficili rafforzò la potenza dell’IBT grazie all’istituzione del fondo pensioni e ai legami con la famiglia mafiosa del Nord Est della Pennsylvania per poi scomparire in circostanze misteriose a Detroit il 30 luglio 1975; il suo corpo non è mai stato trovato. Vedremo dunque la terza reunion tra De Niro e Pacino e quest’ultimo diretto da Scorsese per la prima volta in 50 anni di carriera (il 2019 segna pure il suo debutto con Quentin Tarantino in C’era una volta a… Hollywood, ma questa è un’altra storia); dico terza semplicemente perché ne Il Padrino – Parte II (1974) i due non interagiscono mai. Da quando Michael Mann li mise uno contro l’altro in Heat – La sfida (1995), sia come ruoli che come stile recitativo, molti desideravano rivederli in coppia e purtroppo Sfida senza regole (2008) non ha soddisfatto al meglio la richiesta, ma adesso l’occasione si ripresenta con personaggi decisamente più consoni alla loro grandezza. A Pacino spetta il duro compito di calarsi in panni indossati in passato da icone come Sylvester Stallone in F.I.S.T. di Norman Jewison (1978) e Jack Nicholson in Hoffa – Santo o mafioso? di e con Danny DeVito (1992); non esattamente una cosa da poco, se si considera la popolarità in patria di Hoffa e il dibattito ancora accesso attorno alla sua sorte.

Joe Pesci interpreterà Russell Bufalino, per gli amici più stretti McGee e noto anche come il vecchio (the Old Man) o, per via del suo nome d’origine e la sua calma minacciosa, Don Rosario il tranquillo (The Quiet Don è il titolo di una sua biografia del 2013 scritta da Matthew Birkbeck); più che come amico di Hoffa e Sheeran è famoso come leader della cosca del Nord Est della Pennsylvania e per essere stato l’organizzatore della riunione di cento capi mafiosi alla villa di Joseph Barbara ad Apalachin il 14 novembre 1957, finita disastrosamente con vari arresti. Dal suo ritiro non ufficiale nel 1999 Pesci ha avuto sostanzialmente un cameo in The Good Shepherd (2006) e una parte da protagonista in Love Ranch (2010). In realtà sarebbe dovuto apparire nel film Gotti (2018), ma il tutto finì quando nel 2011 citò in giudizio la Fiore Films per non averlo scritturato nella parte del gangster Angelo Ruggiero, per la quale era ingrassato di 14 chili; la causa si è risolta in via extragiudiziale nel 2013 con un indennizzo non specificato. È la quarta volta in cui Pesci si trova sotto la direzione di Scorsese dopo Toro scatenato (1980), Quei bravi ragazzi (1990) e Casinò (1995) e in tutte ha recitato vicino al compianto Frank Vincent e a De Niro, che lo ha diretto a sua volta in A Bronx Tale (1993) e nel già citato The Good Shepherd e con cui è apparso in C’era una volta in America di Sergio Leone (1984); si ricorda che con Quei bravi ragazzi Pesci vinse l’Oscar al miglior attore non protagonista, premio per cui era già stato nominato con Toro scatenato.

Harvey Keitel, la cui carriera prosegue invece assai prolifica tra passi falsi e autori quali Tarantino, Wes Anderson e Paolo Sorrentino, interpreterà Angelo Bruno, capo dell’omonima famiglia di Philadelphia per 21 anni e soprannominato il padrino gentile (the Gentle Don) o il docile padrino (the Docile Don) per i suoi metodi inclini alla diplomazia piuttosto che alla risoluzione violenta; lo stesso ruolo è stato assunto di recente da Chazz Palmintieri, autore e attore della pièce teatrale A Bronx Tale e del suo adattamento cinematografico, nel film Legend (2015) con protagonista Tom Hardy (e alcune comparse dicono di aver visto Palmintieri aggirarsi per il set di The Irishman, non si sa se per una semplice visita o altro). Gli incontri di Keitel con De Niro e Scorsese insieme si limitano a Mean Streets (1973) e Taxi Driver (1976), ma in compenso egli ha debuttato proprio a fianco di Scorsese in Chi sta bussando alla mia porta (1967) prima di comparire in Alice non abita più qui (1974) ed essere Giuda Iscariota ne L’ultima tentazione di Cristo (1988); è tornato quindi a collaborare con lui dopo esattamente 30 anni, incrociando però a più riprese De Niro in Innamorarsi (1984), Cop Land (1997), Il ponte di San Luis Rey (2004), Vi presento i nostri (2010) e The Comedian (2016).

7-8-9. Palladino=Paquin=Mudge - Mary, Peggy, Mary Ann - Copia

11-12. Kurtzuba, Arrington - Irene e Connie Sheeran

Gli altri starring roles sono tre: Anna Paquin, nota al grande pubblico come Rogue nella saga degli X-Men e ai più cinefili per aver ottenuto a soli 11 anni il Premio Oscar come miglior attrice non protagonista per Lezioni di piano (1994, dove il protagonista maschile era proprio Harvey Keitel), sarà Peggy Sheeran, secondogenita del primo matrimonio di Frank completamente in rotta con lui dopo aver scoperto cosa si cela dietro le sue attività; Bobby Cannavale, Gyp Rosetti nella terza di Boardwalk Empire e protagonista di Vinyl, Felix DiTullio (nominato nel libro solo col secondo nome John o col soprannome Skinny Razor per via dal rasoio da barbiere con cui tagliava il collo alle galline nel suo negozio), temuto killer per la famiglia di Philadelphia e padrone del bar Friendly Lounge, dove Sheeran lo incontrò e ricevette da lui il compito di far muovere denaro in prestito durante i tragitti delle consegne in furgone; infine Ray Romano, attore e comico famoso per il ruolo principale della serie Tutti amano Raymond, il doppiaggio del mammut Manny nella saga de L’era glaciale e la presenza in Vinyl come Zak Yankovich, Bill Bufalino, avvocato rappresentante l’IBT dal 1947 al 1971 che vinse cinque volte la causa nei sette processi che coinvolsero Jimmy Hoffa e che, per questioni di immagine, faceva credere di essere cugino di Russell.

Oltre a Peggy vedremo altre figure di cui viene fatta menzione nel libro per descrivere la sfera privata e familiare dei protagonisti, nella fattispecie Aleksa Palladino, canadese famosa per aver recitato negli ultimi due film di Sidney Lumet Prova a incastrarmi (2006) e Onora il padre e la madre (2007) e in Boardwalk Empire nella parte di Angela Darmody, è Mary Leity, la prima moglie di Sheeran; Jennifer Mudge la sua prima figlia, Mary Ann, e India Ennenga Dolores, la terza; Stephanie Kurtzuba, alias Kimmie Belzer, l’unica donna dell’azienda di Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street (2013), la seconda moglie Irene e Kate Arrington la figlia che Sheeran ebbe con lei, Connie; Kathrine Narducci, ovvero Charmaine Bucco de I Soprano e Rosina Anello in A Bronx Tale, Carrie Bufalino, la moglie di Russell; Welker White, che in Quei bravi ragazzi era la spacciatrice Lois Byrd, Josephine Poszywak, consorte di Hoffa, e Rebecca Faulkenberry e Ken Wulf Clark i loro figli Barbara e James Philip.

Tra gli attori secondari spiccano Jesse Plemons, direttamente da Breaking Bad e Fargo, come Charles Chuckie O’Brien, mediatore tra la famiglia Bufalino e Hoffa fino a quando quest’ultimo, una volta tornato in libertà, gli impedì di diventare vicepresidente della sezione 299 a Detroit (Bill Bufalino negò un suo coinvolgimento nella scomparsa del leader del sindacato, mentre Sheeran affermò che era al volante della Pontiac su cui salirono lui e Hoffa quel fatidico 30 luglio); Jake Hoffman, figlio di Dustin e Steve Madden in The Wolf of Wall Street, come Allen Dorfman, altro sindacalista e avvocato dell’IBT che gestiva soldi per conto della Chicago Outfit e al quale è ispirato il personaggio di Andy Stone in Casinò, interpretato dal comico e attore Alan King; e il britannico Stephen Graham, Tommy in Snatch (2000) di Guy Ritchie e Combo nel franchise This Is England, come Anthony Tony Pro Provenzano, caporegime della famiglia Genovese, vice presidente della sezione dei Teamsters 560 a Union City nel New Jersey e alleato-rivale di Hoffa (il quale lo chiamava dispregiativamente the Little Guy, il piccoletto), probabilmente tra i maggiori responsabili della sua scomparsa e incriminato nel 1978 in qualità di mandante dell’omicidio del vicetesoriere della sua sezione Anthony Three Fingers Castellitto (qui John Cenatiempo, attivo come stuntman in più di 220 film e presente in Boardwalk Empire e nell’episodio pilota di Vinyl). Graham non soltanto era nel kolossal di Martin Scorsese Gangs of New York (2002), ma è stato pure il rapinatore di banche Baby Face Nelson in Public Enemies di Michael Mann (2009) e nientepopodimeno che Al Capone in Boardwalk Empire.

E sempre parlando di Boardwalk Empire e pezzi grossi, ecco Domenick Lombardozzi, che esordì a 17 anni in A Bronx Tale e qui diventa Anthony Fat Tony Salerno, consigliere, sotto capo e boss di facciata di Philip Lombardo per la famiglia Genovese, oltre che gestore del più grande traffico di racket e usura nella zona di New York per un valore di circa 50 milioni di dollari l’anno dagli anni settanta fino all’arresto nel 1985. Sebastian Maniscalco, comico di stand-up di origini messicane, avrà invece la presumibilmente piccola parte del famigerato Crazy Joe Gallo, soldato della famiglia Colombo nel quartiere di South Brooklyn ucciso il 7 aprile 1972 al ristorante Umberto Clam House di Little Italy mentre festeggiava il suo 43° compleanno come punizione per i due conflitti intestini alla famiglia provocati dalla sua ribellione; Sheeran sosteneva di essere il suo assassino e di aver agito da solo, al contrario delle versioni più accreditate parlano di tre o quattro sicari mascherati inviati con ogni probabilità dai Colombo. Piccolo aneddoto: nel 1974, due anni prima di Mago in Taxi Driver,  l’attore inglese Peter Boyle era stato sia, appunto, Gallo in Crazy Joe di Carlo Lizzani sia la creatura in Frankenstein Junior di Mel Brooks, ruolo per il quale è maggiormente ricordato presso il grande pubblico.

23-24. Luke = Russo - Thomas e Stephen Andretta

Jeremy Luke, il boss Mickey Cohen nella serie Mob City, e Joseph Russo, per ironia della sorte un giovane Joe Pesci in Jersey Boys di Clint Eastwood (2014), saranno i fratelli Thomas e Stephen Andretta, e Louis Cancelmi, altro piccolo volto televisivo, lo strozzino Salvatore Sally Bugs Briguglio, associati di Tony Provenzano iscritti alla sua stessa sezione rispettivamente come business agents e segretario del tesoro (quest’ultima carica Briguglio la ottenne partecipando nel 1961 all’omicidio di Castellitto, scomparso in maniera pressoché identica a Hoffa). È importante citare assieme i tre scagnozzi di Provenzano poiché, sulla base delle informazioni fornita dall’ex-autista di Provenzano Ralph Picardo, il pubblico ministero li convocò a un gran giurì federale a Detroit il 4 dicembre 1975 per interrogarli sul caso Hoffa ed essi rifiutarono di rispondere a qualsiasi domanda appellandosi al quinto emendamento. Il 21 marzo 1978 Briguglio fu assassinato a Mulberry Street, nella Little Italy di New York, prima di apparire come imputato e testimone nel processo per l’omicidio Castellitto nel quale fu dichiarato colpevole il suo capo Tony Pro; gli Andretta furono invece condannati l’anno successivo per tangenti e non si conosce il loro stato attuale. Oltre a costoro nella lista dei principali sospettati sono presenti il fratello di Briguglio Gabriel, Russ Bufalino, O’Brien e Anthony Tony Jack Giacalone, caporegime della Detroit Partnership che potrebbe aver accompagnato Hoffa durante l’ultimo tragitto in quanto Hoffa stesso, secondo quello che riferì ad altri, disse di voler incontrare lui e Provenzano quel giorno, nonostante gli alibi dei due smentiscano la loro presenza al parcheggio dove fu visto l’ultima volta; avrà il volto di Patrick Gallo, autore di cortometraggi e occasionalmente montatore di alcuni episodi di Cacciatori di fantasmi. Il giornalista investigativo Dan Moldea, autore di The Hoffa Wars, è convinto che il coinvolgimento di Giacalone, Briguglio e gli Andretta sia stato addirittura superiore rispetto a quello di Sheeran.

Ancora qualche personaggio secondario. Bo Dietl, ex-investigatore che ha interpretato se stesso in The Wolf of Wall Street ed è apparso in Quei bravi ragazzi e in Vinyl, è Joe Glimco, detto il tosto (Tough Guy), caporegime della Chicago Outfit considerato “il principale ricattatore” della città negli anni cinquanta e stretto collaboratore di Al Capone, Sam Giancana e infine Jimmy Hoffa; per lui continuò la sua strategia di intimidazioni e assalti a varie divisioni (ai quali partecipò proprio Sheeran) per mantenere il controllo del sindacato a Chicago in cambio di prelievi dal fondo pensioni, fino a quando una serie di problemi legali lo costrinsero a farsi da parte negli anni sessanta. Craig Vincent, che in Casinò recitava la parte del cowboy buzzurro che appoggia i piedi sul tavolo da gioco e offende Asso, è invece Edward Grady Partin, business agent dei Teamsters a Baton Rouge, Louisiana, e testimone a sorpresa nel 1962 in un processo al leader dell’IBT per corruzione, fornendo così la chiave per incastrarlo nel 1967 per manomissione della giuria. L’immunità retroattiva ricevuta dal Dipartimento di Giustizia gli consentì di non essere perseguito dalle molteplici accuse che macchiavano la sua fedina penale e anche se egli negò di essere mai stato contattato dal team Get Hoffa di Bob Kennedy o dal governo ciò sarebbe comprovato dal fatto che il Dipartimento di Giustizia pagasse la sua ex-moglie e madre dei suoi cinque figli con 300 dollari al mese, somma corrispondente all’ammontare degli alimenti dovuti.

31. Jim Norton e Don Rickles

Un’ultima figura importante da citare riguardo le attività dell’IBT è sicuramente Frank Fitzsimmons, impersonato in Hoffa dal caratterista J. T. Walsh e qui da Gary Basaraba, attore noto per aver interpretato spesso dei poliziotti e Sant’Andrea ne L’ultima tentazione di Cristo. Dopo una scalata al potere grazie all’influenza dell’amico Hoffa (che comunque lo trattava come un galoppino), nel luglio 1966 fu eletto vicepresidente generale dell’IBT e il 28 febbraio 1967, un mese primo che il suo “mentore” finisse in carcere, presidente in carica (acting president); a quel punto sfruttò le proprie abilità di negoziatore dei contratti e aumentò il potere del sindacato con iniziative e cambi nel consiglio d’amministrazione che distrussero il dominio di Hoffa e lo portarono a ricoprire la carica  di presidente fino al 1981.

Danny A. Abeckaser, ex-impresario di night club datosi al cinema e produttore, regista, sceneggiatore e interprete principale di First We Take Brooklyn (2018) con Harvey Keitel, viene accreditato come interprete del personaggio (a quanto pare inedito) di Louie Deadbeat, ovvero scroccone: stando alle foto dal set e al nomignolo potrebbe trattarsi di un debitore di Skinny Razor, forse punito da Sheeran. La cosa curiosa è che Abeckaser è regista e produttore  di un lungometraggio intitolato Apalachin, anch’esso previsto per quest’anno e in cui impersona il boss Joseph Barbara. Un altro singolare retroscena riguarda Jim Norton, il quale, in virtù delle sue doti di comico, incarnerà un giovane Don Rickles, anch’egli stand-up comedian, che per Scorsese è stato Billy Sherbert, il direttore del Tangiers in Casinò: Norton è stato infatti preso senza sostenere un provino e De Niro in persona gli ha chiesto di aggiungere del proprio materiale al repertorio di Rickles, che purtroppo è venuto a mancare il 6 aprile 2017 all’età di novant’anni, senza riuscire a dare nuovamente voce a Mr. Potato per il quarto capitolo della saga di Toy Story della Pixar (anche se comparirà tramite frasi non utilizzate o modificate).

Sembra che non vedremo Vito Genovese e Carlo Gambino, ideatori della riunione di Apalachin per discutere della loro successione rispettivamente a Frank Costello e Albert Anastasia nel comando di due delle cinque famiglie, ma è anche giusto che sia così, in quanto gli alti giochi di potere della Commissione non riguardano propriamente la storia “locale” di Hoffa e Sheeran, per quanto quest’ultimo, nel corso del racconto, citi questa e altre grandi tappe della storia della mafia statunitense a lui legate in maniera trasversale. In compenso, oltre a Bufalino, Bruno, Salerno, Gallo e Glimco, intravedremo in determinati frangenti altri 5 grossi calibri, per il quanto il minutaggio finale li ridimensionerà a figure di contorno. Per cominciare abbiamo Larry Romano, alias Prima Base in Sorvegliato speciale con Sylvester Stallone (1989) e attore secondario in grandi titoli quali Sleepers (1996), Donnie Brasco (1997) e La sottile linea rossa (1998), nei panni di Philip Testa, amico di Angelo Bruno e suo successore per un anno prima di morire in un’esplosione che portò ai dieci anni del regime del violento e arrogante Nicodemo Little Nicky Scarfo; Testa era noto soprattutto per gestire gli affari con il figlio Salvatore, per il suo lookda idraulico” e per il soprannome The Chicken Man, derivante sia dal fatto che si occupasse di pollame, sia dal viso butterato a causa di un grave caso di varicella (in inglese chickenpox).

Poi c’è John Polce, attore apparso brevemente in The Departed (2006) e che più di ogni altro ha lavorato a stretto contatto con De Niro, poiché tra gli anni novanta e i primi duemila non solo ha avuto ruoli minori in sei film dove era protagonista, ma gli ha anche fatto da stand-in (persona che prima delle riprese si mette nelle posizioni dell’attore per scopi tecnici come controllo delle luci e impostazioni della macchina da presa) in pellicole come Jackie Brown (1997), Sesso & potere (1997) e Flawless (1999) e da stuntman in Voglia di ricominciare (1993), A Bronx Tale, Casinò, The Fan (1996), Paradiso perduto (1998) e Nascosto nel buio (2005). Qui invece si mette in gioco  in prima persona nella parte di Joseph Colombo, capodecina della famiglia Profaci coinvolto per tutti gli anni sessanta nella faida con i fratelli Gallo, fomentata dai nuovi boss Genovese, Gambino e Gaetano Lucchese per rompere l’alleanza con i Bonanno. Fu tra i sei uomini di punta rapiti il 27 febbraio 1961 dai Gallo assieme a Frank Profaci, fratello del boss Giuseppe, e Joseph Joe Malayak Magliocco, cognato di Don Peppino e suo vice, e fu sempre lui a vedersi affidato da Magliocco, divenuto capofamiglia dopo la morte di Profaci e messosi in combutta con Joe Bonanno, l’incarico di eliminare Lucchese, Gambino ed altri; egli invece rivelò tutto alla Commissione, la quale, viste le condizioni di salute di Magliocco, decise di affidare il comando della famiglia a Colombo, che a 41 anni si ritrovò ad essere il più giovane boss di New York. Molti lo ricordano per la Lega dei diritti civili degli italoamericani (malvista dalla Commissione per la troppa attenzione venutasi a creare) e per alcuni aneddoti legati alla produzione de Il padrino (1972). Il 28 giugno del 1971, mentre stava per iniziare un discorso al Columbus Circle di Manhattan, un afroamericano, tale Jerome Johnson, gli sparò tre volte alla testa, mandandolo in coma. Si sospettò subito di Joe Gallo, appena uscito di galera e pronto a riprendere la faida e il potere; Gallo, come detto più sopra, venne ucciso l’anno successivo, mentre Colombo morì, ancora paralizzato, nel 1978.

Craig DiFrancia, piccola costante di molte serie televisive tra le quali, manco a dirlo, Boardwalk Empire, impersonerà il successore di Colombo, Carmine Persico, Jr. Membro della decina dei Gallo, costui partecipò prima al rapimento dei Profaci nel febbraio 1961 e poi, il 12 agosto del medesimo anno, al tentato assassinio di Larry Gallo al Sahara Lounge proprio per conto dei Profaci: il repentino cambio di bandiera gli procurò il soprannome the Snake, la serpe, mentre quello di Immortal lo ottenne sopravvivendo a vari attentati dei rivali nel corso del 1963 (in uno di esso addirittura sputò un proiettile che gli aveva attraversato la faccia). Tutto questo prima di diventare caporegime per Colombo e, dopo l’attentato al Columbus Circle, il nuovo padrino. Persico è spirato il 7 marzo 2019, dopo essere rimasto in carica dal carcere per più di 30 anni nonostante un’evasione e le varie aggressioni e, per molto tempo, l’unico rimasto in vita tra i cinque boss condannati a cento anni di prigione al maxiprocesso alla Commissione mafiosa del 1985-86 (Mafia Commission Trial), in cui, tra gli imputati, era presente anche Fat Tony Salerno come “rappresentante” della famiglia Genovese.

Al Linea, Matteo D’Allessio in 5 episodi di Boardwalk Empire, è Sam Momo Giancana, membro della Banda dei 42, guardia di Al Capone degli anni venti e capo incontrastato della Chicago Outfit dal 1957 al 1966 grazie all’espansione del controllo sulle scommesse clandestine; nel corso degli anni è stato collegato all’elezione di John F. Kennedy nel 1960 (pare che il boss e Joseph, patriarca della stirpe Kennedy, fossero in contatto tramite il protetto di Giancana, nientemeno che Frank Sinatra), al tentato omicidio di Fidel Castro da parte della CIA e all’assassinio di Kennedy nel 1963. Noto nell’ambiente principalmente come set dresser, Garry Pastore sarà Albert Mad Hatter Anastasia, da noi famoso per esser stato interpretato da Alberto Sordi in Anastasia mio fratello ovvero il presunto capo dell’Anonima Assassini di Steno (1973). Nato Umberto Anastasio, si fece conoscere durante il Proibizionismo come uno degli esecutori dell’omicidio del boss Joe Masseria nel 1931 (gli altri erano Vito Genovese, Joe Adonis e Bugsy Siegel) su iniziativa di Lucky Luciano al fine di terminare la cosiddetta guerra castellamarese e fu premiato venendo introdotto come capodecina nella famiglia di Vincent Mangano e nella Murder, Inc. (gruppo di killer italiani ed ebrei a pagamento per conto della neonata Commissione) con Louis Lepke Buchalter. Negli anni 50 s’impadronì della cosca facendo sparire di lupara bianca Mangano e ammazzandone il fratello, ma nel 1957 scelse il capodecina Carlo Gambino come suo vicecapo, decretando la proprio fine. Come riportato sopra, Genovese e Gambino miravano a rilevare le famiglie Luciano e Mangano: Frank Costello cedette per panico dopo essere stato ferito di striscio, mentre la mattina del 25 ottobre 1957 due uomini incappucciati spararono ad Anastasia mentre era dal suo barbiere al Park Sheraton Hotel. Nessuno, nemmeno Gambino, fu incriminato, ma si sospetta che sotto i cappucci ci fossero Carmine Persico ed uno dei fratelli Gallo.

39. Huston ; MacKenzie ; Bronson

40. DiCaprio - Bob Kennedy

Si intravvederanno, infine, le figure di F. Emmett Fitzpatrick, district attorney di Philadelphia e legale di Sheeran, e del commissario e sindaco della città Frank Rizzo, rispettivamente Stephen Mailer e Gino Cafarelli. In ruoli non ancora specificati abbiamo Jack Huston, il cecchino Richard Harrow in Boardwalk Empire; J. C. MacKenzie, caratterista apparso in The Aviator (2004), The Departed e The Wolf of Wall Street che conta più di 150 apparizioni in oltre 40 serie televisive; e Action Bronson, rapper, presentatore e cuoco. Alcune voci di corridoio parlano addirittura di un cameo di Leonardo DiCaprio in tre scene come Robert F. Kennedy quando da attorney general guidò il processo contro Hoffa, tuttavia si tratta solo di speculazioni. Ray Liotta, ovvero il protagonista Henry Hill in Quei bravi ragazzi, aveva invece espresso interesse nell’ottenere una parte, ma dal suo disappunto in un’intervista successiva pare non sia stato preso in considerazione.

Steve Zaillian

Produttori accreditati: De Niro con Jane Rosenthal per la TriBeCa Productions, Scorsese con Emma Tillinger Koskoff per la Sikelia Productions, Randall Emmett (Cani sciolti, Lone Survivor, Silence, Amityville – Il risveglio e Gotti) e Gastón Pavlovich, presidente, amministratore e fondatore di Fábrica de Cine. Quasi un’autoproduzione, insomma, per la quale erano però necessari gli ingenti contributi soprattutto tecnologici di cui si è fatta carico Netflix dopo il rifiuto di Fábrica, che in un modo o nell’atro ha comunque mantenuto qualcuno dentro al progetto. Su IMDb sono citati come produttori esecutivi Richard Baratta, Niels Juul, Jai Stefan e Berry Welsh, più David Webb (Silence, ma anche Argo, 2012, e Suburbicon, 2017) come co-produttore e Irwin Winkler, storico produttore della saga di Rocky, di Uomini veri di Philip Kaufman (1983) e dei classici di Scorsese New York, New York (1977), Toro scatenato e Quei bravi ragazzi, più, nel nuovo millennio, The Wolf of Wall Street e Silence. Sul versante tecnico: alla fotografia, dopo The Wolf of Wall Street e Silence, torna Rodrigo Prieto (collaboratore di Alejandro González Iñárritu nella trilogia sulla morte e Biutiful, 2010) e al montaggio la collaboratrice e amica di sempre Thelma Schoonmaker, mentre i costumi portano la firma del tre volte Premio Oscar Sandy Powell; effetti speciali ad opera della Industrial Light & Magic, sezione della Lucasfilm nota per i franchise di Indiana Jones e Star Wars.

Alla score l’ancora sconosciuta Seann Sara Sella, che in futuro potrebbe occuparsi del progetto fortemente voluto da Scorsese e DiCaprio The Devil in the White City, mentre la soundtrack non originale verrà curata da Robbie Robertson, mitico chitarrista del gruppo rock The Band dal 1968 al 1977, grande amico di Scorsese fin dai tempi in cui questi filmò il loro ultimo concerto ne L’ultimo valzer (1978) e già suo consulente nella selezione di brani non originali in sei film oltre che compositore di un paio di pezzi per Il colore dei soldi (1986). E per ultimo ma non ultimo abbiamo Steven Zaillian alla sceneggiatura, il cui curriculum non si limita affatto all’Oscar per Schindler’s List di Steven Spielberg (1993), ma comprende altri film di valore tra i quali è giusto citare Risvegli di Penny Marshall (1990) con De Niro co-protagonista di Robin Williams, L’arte di vincere di Bennett Miller (2011), Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher (2011) e Hannibal (2001), American Gangster (2007) ed Exodus – Dei e re (2014) di Ridley Scott, oltre che la miniserie The Night Of (2016), di cui è anche regista. Interessante notare, inoltre, che Zaillian collaborò con Jay Cocks e Kenneth Lonergan per Gangs of New York, mentre qui debutta come sceneggiatore in solitaria per Scorsese con la consulenza finale di Charles Brandt. Potremmo dunque immaginarci un incrocio tra Schindler’s List e American Gangster con lo stile tipico di Toro scatenato e Quei bravi ragazzi, cosa tutta da verificare non appena partiranno i titoli di testa.

 

Fonte principale

IMDb: https://www.imdb.com/title/tt1302006/fullcredits

 

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